Italia e Inghilterra, in quanto appartenenti entrambe allEuropa e quindi con una forte base comune di tradizioni e di valori condivisi, coincidono largamente anche negli usi metaforici del linguaggio. "Un mare di guai" è a sea of troubles a volte ci sono piccole variazioni: "un mucchio di tempo" è heaps of time ossia, alla lettera "mucchi di tempo". Nel caso di "porre una domanda" e to raise a question la divergenza tende ad annullarsi in quanto anche in italiano ora molti preferiscono "sollevare un quesito o una questione."
E curioso notare che in tutte le lingue una domanda è trattata come un oggetto che si mette: in italiano, francese e spagnolo si "pone" e a volte si aggiunge proprio "sul tappeto:" la si depone sul tavolo come un oggetto che si rende visibile a tutti e ci interpella. In tedesco, con EINE FRAGE STELLEN, si specifica che la si mette in piedi, ossia la si colloca in posizione verticale, e in inglese la si solleva e innalza (ripeto: to raise a question), e normalmente una volta sollevata non si accetta che si possa lasciarla cadere in inglese, per lasciar cadere un argomento si dice to drop a subject. Cè poi chi fa cadere le parole dallalto, per enfasi, mentre in inglese TO drop a hint è fare un accenno a qualcosa come forma di suggerimento.
Oltre che come oggetti, le parole e le frasi sono trattate come cibo, anche se non sempre i sapori coincidono: le "parole aspre" sono bitter words (letteralmente "parole amare"); anche i suoni possono essere dolci o aspri, e le consonanti dure o molli. Il fatto che il cibo entri dove le parole escono ha facilitato sicuramente il sorgere di tutta questa serie di metafore. Ma in inglese un suono può essere aguzzo e tagliente a sharp sound come un coltello a sharp knife, e in entrambe le lingue la voce può essere piatta a flat voice. Nel linguaggio musicale ritroviamo sharp, che non significa più "aguzzo, tagliente" ma indica il diesis, linnalzamento di un semitono, e flat corrisponde invece al bemolle, allabbassamento di un semitono.